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      Destinato, ora che la vita intensa rende sempre piú difficile la vita di bohème, a diventare il tarlo interiore della compagine borghese, che crea i bisogni senza fare i mezzi per soddisfarli, che ha aperto un mercato di intellettualismo e di dilettantismo cerebrale, ma non riesce piú a educare, non è piú capace di creare una nuova vita morale.
      (31 luglio 1917).
     
     
      MOSCONI
     
      I
     
      Il Comitato «Terza Italia» tenterà, come già altri hanno tentato, di costituire il «corpo volontario dell'ordine per la protezione della città da atti teppistici». Al corpo potranno appartenere tutti i cittadini che abbiano compiuto i diciotto anni, a qualunque partito, a qualunque classe appartengano purché notoriamente abbiano ottima condotta privata e politica. Ogni modalità di effettuazione sarà pubblicata alla prima riunione degli aderenti, i quali potranno inviare la loro adesione in corso Re Umberto II presso la sede del comitato centrale «Terza Italia» (dal «Momento»).
      La notizia ci procura una grande soddisfazione. Specialmente perché iniziatore del «corpo volontario» è il comitato «Terza Italia».
      La «Seconda Italia», l'Italia del Risorgimento, indicava ai giornali della borghesia una idealità, quella garibaldina. La nazione armata, il cittadino soldato per la difesa del focolare e della patria.
      La «Terza Italia» anch'essa propone un ideale, conforme ai tempi e alla temperie morale che cinquant'anni di nuova storia ha suscitato. L'ideale è la polizia, l'opera ideale è esplicare «volontariamente» il compito del questurino.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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