Pagina (501/742)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      (18 ottobre 1917).
     
     
      ANIME IN PENA
     
      Il mutamento di sindaco, la ricomposizione della nuova giunta con uomini nuovi, per quanto scelti nella medesima maggioranza, non è soltanto fatto interno della amministrazione, come parrebbe, a prima vista, ad un osservatore superficiale. Intorno ai favoriti del pubblico ufficio pullula una miriade di clienti (nel senso pagano della parola) che eleva (o si dà l'aria di elevare) al seggio, e ne chiede, in cambio, la professione e il favore quotidiano. Sono centinaia di esseri, e forse piú, che in questi giorni si agitano, perché resti Tizio, se ne vada Caio, si faccia posto a Sempronio. Si assiste ora allo spettacolo del calcio all'asino, gente che si abbarbica e striscia e declama in omaggio all'astro che sorge. Vera settimana di passione per chi sta per perdere il protettore, o spera trovarne uno migliore. Vegeta e pullula come la gramigna una quantità di gente, che si abbarbica e striscia e declama, e confonde il pubblico bene col privato interesse. Esseri che non sanno vivere di vita e risorse proprie, che intorno all'ente comune cercano di sfruttare e campare: che abbisognano di soddisfare le proprie ambizioni, e di tenersi in piedi col poter usufruire dell'appoggio di qualcuno: chi muove le pedine per soddisfare la vanità della croce, chi confida nella promozione o nel sussidio.
      In una città, non ancora redenta dalla vittoria elettorale del popolo, dominata dalle cricche e dalle camarille che si formano nei circoli rionali, e che alla vigilia delle elezioni fanno combutta, trovando solo nel privato tornaconto il trait d'union fra preti e massoni, ebrei e clericali, conservatori e democratici, reazionari e repubblicani, non può svolgersi che in questo modo il sottosuolo della vita del comune.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Tizio Caio Sempronio