Convien ricordare che da cinquant'anni in Torino si sono andate concentrando e succedendo in poche mani, e fra gli stessi parentadi, il dominio assoluto della cassa comunale, delle opere pie, degli enti tutti di erogazioni di cariche, di emolumenti, di beneficenza: cosķ che si č consolidata quella camorra, che a torto si volle restringere ad altre regioni in Italia, quale retaggio di servitś borbonica, e che in Torino vive anche maggiormente che colą, e per quanto larvata nelle forme per piś squisita abilitą di occultamento: questa č la psicologia vera della nostra cittą.
Ed č cosķ che tremano gli esercenti che manchi in giunta il loro avvocato difensore; teme l'impiegato fannullone di vedersi spezzata l'inonorata carriera; trepidano i professionisti sfugga loro l'ausilio del comune per sbarcare il lunario; si spaventano i contravventori ai numerosi regolamenti comunali venga loro tolto l'assessore compiacente per cancellare o ridurre le ammende meritate.
E noi osserviamo, e passiamo oltre, sorridenti ed increduli che il Frola abbia polso fermo ed energica mano per rinnovare la fatica di Ercole nel pulire le famose stalle di Augia: e pensiamo che fra poco tempo i calmieri saranno quelli di prima; che, cambiato il maestro di cappella, la musica sarą identica alla precedente; che si ricostruiranno le vecchie clientele; che i regolamenti, le tasse e le imposte comunali continueranno ad essere un'arma in mano ai dominatori in odio al partito avversario; che all'entrata in cittą il contadino continuerą ad essere frugato nella cesta da quella guardia, che al passaggio dell'assessore con un'onusta valigia, si metterą sull'attenti senza punto ricercare se il contrabbando vi sia.
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