Molte sono le parti donde Grandolini accetta la verità per il suo universalismo rivoluzionario; sono tante che sarebbe difficile trovarle nella carta geografica. Ma le carte geografiche sono anch'esse, come è noto, di fattura tedesca, e Grandolini fa bene a non curarsene. Egli va dritto al suo scopo, come Tito Livio Cianchettini: è un uomo di fede, e la fede muove le montagne, anche se montagne di spropositi.
(16 dicembre 1917).
DANEO
L'on. Daneo si è assunto alla Camera l'ingrato compito di tutelare il buon nome di Torino e il culto delle sante tradizioni del Risorgimento. Parlare di Torino è suscitare un fatto personale con l'on. Daneo. La maggioranza dei torinesi (3556 voti su 100 000 elettori e 500 000 abitanti) è impersonata nell'on. Daneo, che è diventato una sensitiva e s'inalbera ogni qualvolta un qualsiasi Pirolini «mette il dito nella piaga». Non meravigliamoci.
Daneo è uno dei piú grandi disfattisti d'Italia. È uno dei disfattisti della vigilia. È un rappresentante di quel ceto borghese affarista e politicante che ha impacciato lo sviluppo economico ed intellettuale della classe borghese italiana, e ha condotto l'Italia alle condizioni di sfacelo amministrativo e politico in cui la guerra l'ha sorpresa. Ha iniziato la sua carriera politica come crispino. È corresponsabile della politica grandiloquente che ha cacciato l'Italia nelle lotte coloniali, nelle guerre commerciali di tariffe che rovinarono mezza Italia, e determinarono l'emigrazione di sei milioni di italiani.
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