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      Massoni e cattolici pongono fuori del mondo, della storia, le cause della vita del mondo, del divenire storico. Per i cattolici è la Provvidenza divina, per i massoni e i democratici è l'Umanità, o altri principî astratti: la Giustizia, la Fratellanza, l'Uguaglianza. Sono religiosi, nel senso peggiore della parola, gli uni e gli altri: adorano l'assoluto extraumano. Pertanto sono dilettanti gli uni e gli altri: non comprendono la storia, hanno della morale un concetto tutto esteriore. La sostanza degli avvenimenti storici sfugge al loro senso critico. Sono retori gli uni e gli altri: il verbo è tutto, la declamazione è tutto. Pertanto sono settari e autoritari. Hanno conservato nella loggia e nella sacrestia (con annesso confessionale) anche i segni esteriori della genesi loro.
      Sono dissaldati dalla vita storica, che è lavoro e produzione, che è libertà e forza palese, senza infingimenti e ipocrisie. Non comprendono la lotta, se non tra astrazioni: l'Umanità, la Giustizia contro il Militarismo e la Reazione, il Bene contro il Male, Abele contro Caino. Come tutti i dilettanti di astrazioni sono settari e ipocriti. Se trovano, degli avversari sulla loro via, cercano eliminarli con mezzi obliqui, insidiosi: come tutti gli impotenti usano le armi sleali dell'insinuazione, della voce calunniosa. E specialmente tra loro, cattolici contro massoni, clericali contro democratici, e contro tutti gli altri. La «Gazzetta» non perde un'occasione per sollevare le sottane ai preti; il «Momento» non trascura occasione per diffamare e insultare tutti.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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