Gli attuali governanti della Russia si sono impegnati, senza consultarsi preventivamente coi paesi che la Russia ha tratti alla guerra, in negoziati separati coi comuni nemici. Io non faccio dei rimproveri. Mi limito a enunciare delle constatazioni, per mostrare chiaramente perché la Gran Bretagna non potrebbe essere tenuta responsabile di decisioni prese in sua assenza e sulle quali non è stata consultata.
E dopo aver espresso la sua persuasione che i tedeschi avrebbero, ad ogni costo, conservate le conquiste fatte sul fronte orientale, e avrebbero assoggettato economicamente e politicamente la Russia, conclude:
Deploriamo tutti una tale prospettiva. La democrazia britannica vuole combattere a fondo al fianco delle democrazie di Francia, d'Italia e di tutti gli alleati. Saremo fieri di combattere fino in fondo al fianco della giovane democrazia russa. Ma se quelli che governano la Russia operano indipendentemente dagli alleati, noi non abbiamo alcun mezzo d'intervenire per impedire la catastrofe che minaccia sicuramente il loro paese.
Queste constatazioni, il Minunni e il Bevione hanno fatto diventare volontà di dare la rivoluzione russa in preda ai tedeschi come prezzo di concessioni tedesche agli alleati in occidente.
[Quattordici righe censurate].
(16 gennaio 1918).
CORRISPONDENZA COMMERCIALE
Il signor Mario Tometti (cavaliere o commendatore), banchiere di Catania, spedisce al signor Mario Leoni di Policastro questa letterina:
Sig. Mario Leoni — Policastro — Un giovane ragioniere di Policastro, il nome del quale troverete qui accluso, e che per tre anni fu al vostro servizio, chiede di essere ammesso nei miei uffici in qualità di segretario.
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