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      Un bel colmo di sfacciataggine! C'è naturalmente l'approvazione ecclesiastica ed una lettera del vescovo castrense, il quale afferma che l'opuscolo è denso di dottrina soda, buona, ecc. ecc. Tutto ciò rimane nel campo delle solite pubblicazioni clericali, sempre piú numerose, ma delle quali sono molto piú interessanti quelle popolari, perché in esse si manifesta lo spirito della propaganda e dell'attività clericale molto meglio che nelle solenni omelie, o negli articoli dei giornali destreggiantisi gesuiticamente.
      Ma non discorriamo di cose serie... L'opuscolo insegna che «ogni superiore comanda per ordine del re, il re comanda per ordine di Dio, quindi ubbidendo al superiore si ubbidisce a Dio». È la teoria del diritto divino riaffermantesi in tutta la sua integrità, mentre nelle note papali si ossequia il diritto dei popoli di disporre di se stessi. E potrebbe impressionare un cittadino del secolo ventesimo, che non fosse messo di buon umore al pensiero del caporale che rappresenta Dio, mentre ordina al cappellone di pulire il cesso. Chi sa poi se Lenin è investito di autorità divina, e se bisogna ubbidirgli? Non approfondiamo... Fra i superiori secolari è stabilita la seguente gerarchia: il capo dello Stato, i magistrati, i genitori, i tutori, i padroni, i maestri. Che anche i padroni lo siano per diritto divino?
      Ma la parte piú allegra è quella riguardante le bestemmie. Dopo aver esposto tutti i mali provenienti da queste pessime abitudini, dopo aver provocato la piú grande paura per le pene eterne cui saranno soggetti i reprobi, ed aver consigliati i proponimenti per emendarsi, il buon sacerdote finisce per proporre una serie di surrogati.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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