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      «Cambia la bestemmia, — dice, — in altra parola: per es., corpo di un cannone, sangue di maiale, per dieci, crispio sarto, per la madocca, porco mio e simili».
      Il non plus ultra della scienza modernissima! Che cosa c'è ancora di autentico a questo mondo? Ci hanno abituati ai surrogati di pane, di caffè, di scarpe, di lane, di farina, di combustibili. Adesso anche quelli della bestemmia! Il male è che l'inventore non ha molta fantasia e c'è davvero pericolo che l'allievo malgrado la molta buona volontà si sbagli, e ritorni da capo, con non grande successo della pedagogia clericale che non sa offrirgli che un surrogato di religione!
      (20 gennaio 1918).
     
     
      DIAMANTINO
     
      Oggi vi voglio raccontare la storia di Diamantino, come io stesso la udii, molti anni or sono, intercalata in una lunga e noiosa conferenza pacifista del professor Mario Falchi. Diamantino era un piccolo cavallo nato in una miniera carbonifera di un bacino inglese. Sua madre — povera cavalla! — dopo aver trascorso i primi e piú begli anni della sua vita sulla superficie della terra, soleggiata e allietata dal sorriso dei fiori, tra i quali, garrulo e lascivetto scherza lo zeffiro — era stata adibita al traino dei vagoncini di minerale, a qualche centinaio di metri sotto terra. Diamantino fu generato cosí, tra la fuliggine, nel nerore dell'aspra fatica, e non vide mai, l'infelice, i fiorellini dei prati e non annitrí mai, nell'esuberanza dei succhi giovanili, ai zeffiretti profumati di primavera. E non volle neppure mai prestar fede alle bellissime descrizioni che la mamma sua gli andava, di volta in volta, facendo delle bellezze, della luminosità, dei freschi e grassi pascoli che allietano il genere equino sulla superficie sublunare del mondo.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Diamantino Mario Falchi