Ebbene appunto nello stesso giorno l'«Avanti!» racconta che il comitato della frazione minoritaria socialista francese protesta contro le dichiarazioni di Thomas relative all'Alsazia-Lorena, e che pochi giorni prima la Federazione socialista della Senna aveva protestato contro di lui perché sì era messo in relazione coi rappresentanti dell'imperialismo inglese — Lloyd George, lord Milner, ammiraglio Smuts — e gli domandava insistentemente il nome di chi era andato a Londra e che rappresentava. Ora può un giornalista non essere informato di tutto ciò? O peggio ancora, per settaria volontà di parte, può fare apparire una concordia maggiore di quella che in realtà non esista, e indurre il suo pubblico a ignorare completamente le correnti d'opposizione? Né ci pare piú avveduto quando vuol teorizzare sulle conseguenze della guerra: «Un senso nuovo — egli disse alla Monarchica — si va diffondendo in questo principio d'anno, una solidarietà sincera di spirito e di classi è in via di formazione». Noi pensiamo tutto all'opposto. Mai come ora si è andata preparando e fucinando una spietata lotta di classe, e non si è mai domandata tanta giustizia economica quanto se ne domanderà dopo la guerra. Già in Russia si è fatto qualche cosa in questo senso, ed in Inghilterra i delegati delle Trade-unions hanno già ieri domandato la coscrizione della ricchezza. In Italia le masse sono obbligate a tacere, causa museruole, guinzagli e minacce da un lato, lusinghe e parvenze di concessioni e provvedimenti statali provvisori ed illusori dall'altro, ma non è detto che rinuncino a presentare i conti dei sacrifici imposti e subiti ed il mantenimento delle promesse fatte, anche se vi fosse il proponimento di eluderle.
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