.. (stendiamo un velo pudico sulle notti del Valentino). L'aiuola è diventata orto rustico; il bifolco spezza la dura crosta della terra per fecondarla con fette di patate. È un simbolo. L'utilità reale non può essere molta.
Raccolta di patate sufficiente a sfamare per un giorno la metà della popolazione torinese. E il Valentino incolto non può paragonarsi alle terre, già coltivate e fertili, rimaste incolte per la mancanza di braccia. Non è dunque che un simbolo. L'utilità anteposta alla bellezza, il ventre alla fantasia. Si sono accorti che è necessario educare all'utilitarismo, che non è materialismo perché è ricerca del benessere degli altri. Se ne sono accorti perché la guerra fa pericolare il benessere di tutti, può privare tutti del necessario per vivere. Se questi tutti fossero stati solo la maggioranza del popolo, la bellezza non sarebbe stata sacrificata, l'utilitarismo avrebbe continuato ad essere dottrina della classe proletaria, avida di godimenti, solo pensosa del ventre. Non si sarebbero coltivate le patate nel Valentino, perché gli «esteti» non ne avrebbero avuto bisogno, e le patate sono cibo plebeo, zavorra di stomaci volgarmente voraci. La borghesia è antiutilitarista, è idealista, abborre la volgarità. Procura ai suoi figli abitazioni ampie e curate, circondate di giardini e di fiori. Profonde milioni nella bellezza, negli stucchi, nei colori. Procura lavoro, che diamine! Diventa utilitarista solo per altruismo! Costruisce acquedotti quando il tifo minaccia di non limitarsi al sangue plebeo, ma osa aggredire il sangue sottile borghese.
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Valentino Valentino Valentino
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