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      — Buono davvero, e quanto?
      — Due e cinquanta all'etto, prezzo di vero favore.
      Esclamazione di alta meraviglia (strabiliante in un reduce dal fronte) e la risposta fulminea:
      — Ma non lo sa lei che siamo in guerra? — Il veterano passa le mani sui baffi, e si ritira. Anche gli esercenti si sono formati un'anima di guerra, e il veterano dice sorridendo con malinconia di aver trattenuto uno schiaffo per non essere arrestato come disfattista.
      (7 aprile 1918).
     
     
      LA RETTA ED I MINARETI
     
      Achille Loria scrive, parla, e... sgonfia. Ha perpetrato anche un articolo a favore dei profughi, che non gli avevano fatto niente di male... poveretti! Ed ha scoperto che la linea retta è la piú lunga e che a Trieste il campanile di S. Giusto è un minareto. Non voglio defraudare i lettori di una risata... sono cosí malamente i tempi... e piove!
      Coloro i quali pensano che la linea retta sia il piú breve cammino fra due punti, trovansi ad ogni tratto smentiti dalla storia, la quale dimostra che la meta raggiungesi invece attraverso ogni sorta di cadute, di ondeggiamenti e regressi. Dio non permise che il popolo ebreo movesse diritto, dalla terra del triste servaggio, all'asilo luminoso della libertà, ma volle che errasse per quarant'anni nel deserto, fra le incertezze e le angustie.
      Ci voleva tanto poco pel popolo di Francia a procedere dall'assolutismo legale di Luigi XVI all'assolutismo reale di Luigi Filippo; ed invece esso pure dovette, prima di giungervi, sostare quarant'anni nel deserto fra gli opposti flagelli del terrore e della tirannide.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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