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      E notate con quanta ovatta il prof. Vinaj ha imbottito la sua requisitoria, con quante circonlocuzioni si esprime... per arrivare a alludere ai quattrini tedeschi. E come evita precise identificazioni! Sono evidentemente troppo pericolose e sarebbero troppo ridicole. Fra quelli che voi chiamate disfattisti ci era anche il dottor Bono, che è morto, signori, mentre... e ve ne sono molti altri. Vi è anche un deputato di Torino. Perché non ne chiedete la radiazione dall'ordine dei medici, la espulsione da tutte le pubbliche amministrazioni, visto che ve ne sono nel consiglio del S. Giovanni, e di parecchie altre opere pie? Avanti per la crociata, ma attenti ai fiaschi. Il precedente milanese non è incoraggiante. Del resto quei medici sono veramente patriotti, e del loro civismo non sarà piú possibile dubitare se si effettuerà presto la proposta che sappiamo essere stata fatta in quella riunione. Uno degli intervenuti ha affermato che non era giusto che i medici, lasciati ancora nelle loro residenze, godessero di un triplice beneficio, in confronto ai richiamati al fronte, cioè: 1) di agi e mancanza di pericoli; 2) dello stipendio statale; 3) dei maggiori guadagni prodotti dalla mancanza dei colleghi. Hanno proposto quindi che si rinunziasse almeno al secondo e che si offrisse allo Stato la propria opera gratuita. L'idea ebbe una clamorosa accoglienza, per quanto l'assemblea nella sua modestia non abbia voluto che fosse resa pubblica, e non sia comparsa quindi nel comunicato ufficiale.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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