Ma noi violiamo il segreto, ben lieti di rendere omaggio ad un cosí nobile esempio di disinteresse, ed attendiamo che sia immediatamente messo in attuazione, sicuri che questa volta i medici non impiegheranno troppo tempo! A meno che non si tratti della informazione tendenziosa di qualche maligno.
(9 aprile 1918).
LA MENTE E LE BRACCIA
Decisamente l'avv. cav. Gino Olivetti è un uomo fortunato. Fra tutte le sue fortune, che non sono poche, egli ha anche quella di avere une bonne presse. I maligni vogliono anzi ch'egli abbia dei buoni e bravi servitori nel giornalismo patriottico industriale torinese. I quali giornalisti, che non conoscono, almeno crediamo, che per sentito dire il Comitato operaio-industriale per i profughi e le sue attività, si fanno tuttavia un dovere di attribuire tutti i meriti esclusivamente all'avv. Gino Olivetti, del quale comitato egli sarebbe, nientemeno, che la mente e le braccia.
Qui sarebbe veramente il caso di dire: troppa grazia, sant'Antonio, visto e considerato che il segretario della Lega industriale è già tante belle cose in moltissime altre società ed organizzazioni, istituti, ecc. ecc.
Però, a dire la verità, di quest'ultima sua grande qualità noi non c'eravamo ancora accorti. Sapevamo che il cav. Olivetti rappresentava la Lega industriale in seno al Comitato per i profughi sunnominato; potevamo anche supporre che egli ne fosse, in qualche modo, uno dei dirigenti e la nostra indulgenza poteva arrivare magari a credere che ne fosse la mente. Che ne fosse poi anche le braccia, questo proprio non ci risultava.
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