Accanto all'ecclesia, associazione degli individui disciplinati dal dogma, sorgono i sindacati, le cooperative che devono accettare la libertà, il libero esame, la discussione: queste armi demoniache sono rivolte solo contro lo Stato, contro particolari riforme di vita, ma fatalmente finiranno col rivolgersi alla religione, alla morale che dal dogma dipende. Il cattolicismo si suicida, inconsapevolmente: lavora per la laicità, socialista nel proletariato, liberale nella borghesia.
Riprende il principio dell'associazionismo e della resistenza e crede che l'attuazione di esso possa esistere senza l'ideologia connaturata, crede alla possibilità dell'esteriore senza l'interiore corrispondente, crede che l'autorità possa davvero fermare uno sviluppo che segue una tendenza contraria all'autorità stessa, quando il pericolo sia manifesto. È l'illusione del libero arbitrio, che nel pensiero cattolico finisce col diventare puerilmente atto capriccioso, staccato dalla necessità e dalla logicità.
Il cattolicismo lavora inconsapevolmente per il socialismo, si suicida: dal cadavere in decomposizione sboccia la vita nuova, libera e indipendente da dogmi e da autorità esteriori.
(12 aprile 1918).
LA SCUOLA E IL GIARDINO
La scuola e il giardino stanno di fronte. Quando il sole non era ancora stato divorato da chissà che mostro e illuminava il giardino, ora chiuso e deserto, gli scolaretti uscivano di scuola e prima di andare a casa si precipitavano nel giardino a far mezz'ora di gazzarra.
Il giardino era dunque la continuazione della scuola.
| |
Stato
|