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      Il fine fu ed è stato lo stesso; gli effetti furono e sono stati i medesimi: morti, distruzione di beni, trionfi.
      Gira e rigira siamo persino ritornati agli stessi ordigni; l'accenditore automatico non è che l'acciarino disgrossato e adattato per le persone perbene, che non vogliono riempirsi le tasche di sassi e pezzi d'acciaio. L'amore è sempre ai suoi motivi elementari, la bellezza non ha varcato i limiti contenuti nei canoni alessandrini. Le abitazioni hanno solo un maggior numero di piani, ed è aumentato il numero delle non-catapecchie.
      Sempre, in tutte le attività, in tutti i rapporti troviamo il solo fattore numerico. Una diminuzione, o un incremento, mai una novità originaria, un piano superiore totale per tutti, nuovi cardini per l'attività umana.
      Unico progresso, unica differenzazione: il tabacco. L'uomo moderno è l'uomo che fuma o che fiuta. Una sensibilità nuova, originale si è aggiunta alle vecchie sensibilità. Kant si distingue da Aristotele, il proletario di Caltanissetta si distingue dallo schiavo d'Atene perché ha fumato (o poteva fumare), perché mastica il mozzicone o fiuta. La civiltà borghese (l'introduzione dell'uso del tabacco coincide col primo nascere della borghesia) non ha altra originalità qualitativa, non ha arricchito l'umanità di altra esperienza originaria. Essa è pertanto la civiltà del tabacco, la civiltà del fumo e del fiuto. La piú diffusa solidarietà è quella che fa esclamare: salute! quando si starnuta. Su questo piano tutti gli uomini sono d'accordo, hanno raggiunto in comunione uno stesso stato d'animo.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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