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      Il sociologo potrebbe su questi motivi scrivere un libro utilissimo, sul tipo Fra due mondi di Guglielmo Ferrero. Sarebbe utilissimo davvero perché farebbe riflettere i dirigenti la Regia sulla missione di cui la storia li ha investiti, e il tabacco non verrebbe a mancare agli uomini, gli uomini non correrebbero il rischio di essere sbalzati dalle sublimi vette che hanno raggiunto col sangue di tante guerre, coi patimenti di tante generazioni.
      (28 maggio 1918).
     
     
      I GIORNI
     
      Incomincia a diventare popolare l'istituzione anglosassone dei «giorni». Si legge nei giornali della celebrazione in trincea del «giorno delle madri», della celebrazione, in Inghilterra o negli Stati Uniti, del «giorno dell'Italia», del «giorno dell'alleanza», del «giorno dell'Impero».
      L'istituzione è simpatica. È schiettamente democratica, cioè capitalistica. Poiché i cittadini è meglio pensino il meno possibile durante gli affari e il lavoro, si è applicato il metodo Taylor al pensiero e ai ricordi. Per ogni movimento dello spirito, cosí come del corpo, il suo momento. Si stabilisce un calendario spirituale-politico-sociale. Invece di celebrare il martirio di S. Lorenzo, o le virtú di S. Zita, o i miracoli della madonna di Caravaggio, per un giorno intero si pensa alle madri lontane, oppure si riflette all'utilità politica di un'alleanza con l'Italia, o si gioisce per la grandezza dell'Impero di S. M. Britannica.
      L'istituzione è simpatica. Del resto i lavoratori di tutto il mondo sono stati i primi a riconoscerla tale e da qualche decina d'anni hanno fatto entrare nella tradizione il «giorno del lavoro», il Primo Maggio.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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