Era avvenuto che le 18 262 ostie si erano sovrapposte l'una all'altra, elevandosi in un obelisco alto sei metri e il mite e serafico don Albera aveva dell'obelisco fatto bordone al suo fatale andare laggiú, laggiú...
Cosí ebbi una misura concreta della grandezza di questo cinquantenario, compresi che il «Momento» non esagerava, e mi chinai, reverente, dinanzi al mite e serafico erede spirituale di don Bosco.
(10 giugno 1918).
CHE NE SARÀ DEL MULETTO?
Stamane, verso le dieci, nei pressi di Cascina Vica, cioè a pochi passi da Rivoli, un muletto, impauritosi del tram che sopraggiungeva, corse attraverso al binario e, incespicando, si abbatté a terra, cosicché la motrice, invano frenata a tutta forza, gli fu sopra, stroncandolo completamente.
All'improvviso sobbalzo che ne ricevette tutto il convoglio, si unirono le alte grida strazianti del fanciullo che custodiva... cosí bene il muletto, per cui una vera folla di passeggeri, sgomenti, atterriti, credendo che il travolto fosse il fanciullo, precipitò dalle vetture; qualche donna svenne, fu insomma un episodio di paura e di pietà.
Accertata la realtà del caso, cominciarono i ragionari dei passeggeri, reduci dal bagno emotivo; cominciò il quarto d'ora di storia del muletto, diventato vivo nella mente e nel cuore degli uomini! Le donne specialmente con un lungo sospiro di soddisfazione mormoravano un «meno male! si tratta soltanto di un muletto». Un soldato fiorentino, solidamente imboscato, faceva notare invece, come ne facesse un commosso funebre elogio, ch'i muletto poteva costare du boni fogli da mille!
| |
Albera Bosco Cascina Vica Rivoli
|