Povero muletto, la morte ti ha conferito due gradi di dignità: di vitello e di cavallo, il nobile amico dell'uomo; i mercatanti si contendono la tua spoglia, i consumatori ti pagano imperialmente: non rammaricarti di essere morto.
(11 giugno 1918).
LA PASSIVITÀ
L'assenza del pensiero caratterizza l'azione politica della classe dirigente. Provando e riprovando, è il motto d'ordine, distolto dalla sua sede naturale — la scienza sperimentale, che prova e riprova sulla materia bruta — e trasportato alla politica e all'amministrazione, le quali operano sugli uomini, che nelle prove e riprove soffrono, sono danneggiati, sono taglieggiati in tutti i modi.
Avviene cosí che la molla dello sviluppo storico non sia il pensiero, ma sia il dolore, il male. Il pensiero, antivedendo le logiche conseguenze di una premessa, delibera di operare subito come se quelle conseguenze si fossero verificate, e pertanto evita il male e la sofferenza: la storia si sviluppa allora con una certa armonia, le correzioni da introdurre all'organizzazione degli istituti necessari per la convivenza sociale si riducono al minimo, a quel minimo di imprevedibile che è contenuto nello svolgimento di ogni fatto umano. L'assenza di pensiero, l'empirismo che procede a tastoni per il provando e riprovando, lascia che il male si accumuli, che le sofferenze si moltiplichino: quando la vita ne è diventata insopportabile, provvede e toglie di mezzo la premessa, che di tutto quel male, di tutte quelle sofferenze è stata la sorgente avvelenata.
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