Che fare? si domanda il cittadino. Aspettare, non c'è altro che aspettare. Che le gesta si moltiplichino, che i malandrini acquistino sempre una maggiore fiducia nell'impunità, ed allarghino il campo della loro azione. Che divenga loro vittima un qualche grasso cittadino, che la grassa proprietà sia in pericolo. Allora l'opinione pubblica sarà satura. Allora si dirà: ma perché non si cerca di dar modo ai cittadini di distinguere subito un malandrino da un agente di polizia? Perché non si dà una divisa a tutti gli agenti di polizia? Perché non si toglie via l'agente in borghese che determina questi equivoci e provoca queste possibilità di malfare?
Lasciate che la passività diventi cumulo, che essa metta in pericolo di fallimento presso i benpensanti e gli indifferenti l'azienda dell'«ordine». Provando e riprovando, si arriverà a provvedere.
Lo sviluppo della storia è tutto cosí, nelle piccole come nelle grandi cose.
(16 giugno 1918).
LA NORMA DELL'AZIONE
Il prof. Achille Loria ha tenuto una conferenza sulla «situazione economica del dopoguerra». La conferenza è stata ammirata da un pubblico composto di docenti, di allievi, di signore, dell'alta magistratura quasi al completo; cosí riferiscono i cronisti che hanno assistito all'avvenimento. Crediamo: un tal pubblico non può che ammirare un tale conferenziere. Crediamo: perché non avendo assistito all'evento, ci siamo pasciuti dell'epitome compilata dall'autore stesso per la «Gazzetta di Torino». Crediamo: poiché fin dall'inizio ci ha riempito l'occhio della mente questa solare sentenza: «Come nell'imperversare delle procelle un guizzo illumina il paesaggio, cosí è nei periodi piú turbinosi della storia che rifulge piú nitida la norma dell'azione». Posando su una tale granitica base, la conseguente dimostrazione non può che aver suscitato ammirazione.
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Loria Torino
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