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      I libri valgono battaglie, i discorsi sono mitragliatrici. Gli antitedeschi, i patrioti parlando sgominano le orde teutoniche e magiare: essi ne sono persuasi e parlano il piú che possono per sgominare il piú che possono. Ma purtroppo non essi soli parlano: ecco la disgrazia dell'Italia. Altri parlano e non per dire le stesse cose. Si può comprendere ciò che succede: la maggioranza delle parole antitedesche viene pugnalata alle spalle da queste altre parole, e l'eroico manipolo che sopravvive non può far gran cosa.
      Oh, fosse rimasta la parola al solo prof. Cian! Quante disgrazie in meno, quante vittorie in piú!
      Certo i fatti di Torino non sarebbero successi. Infatti: sono i fatti di Torino avvenuti perché mancò il pane? Che ingenui! Sono avvenuti perché qualcuno ha detto: manca il pane. La fame... esiste la fame? chi ha mai visto la fame? ma esiste la parola: fame. Ecco, perché mai hanno inventato questa parola? La fame esiste perché esiste la parola. Se avessero dato lo stesso nome alla fame e alla sazietà, alla carestia e alla abbondanza, tutti, avendo fame, avrebbero avuto la persuasione di essere sazi e vedendo vuoti gli scaffali dei panettieri avrebbero detto: quale mai abbondanza di pane!
      Voi comprendete quanto suggestiva e ricca di risultati energetici sia questa concezione del prof. Cian e degli antitedeschi. E comprendete come sia evidente la criminalità degli imputati al tribunale di guerra. E comprendete ancora quanto sia giustificata la apprensione per il disagio che si va comunicando e diffondendo a Torino e in tutta Italia.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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