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      Il processo è stato male impostato. Si sarebbe dovuto investire dei poteri da tribunale di guerra il consiglio direttivo della Lega antitedesca. Il prof. Vittorio Cian avrebbe funzionato da presidente. Domandati i nomi e cognomi degli imputati tanto per non fare sbagli nel cancellarli dallo stato civile, il prof. Vittorio Cian avrebbe fatto una sola domanda: «Avete detto che nei giorni precedenti ai moti mancava il pane?» Gli imputati avrebbero risposto di sí. Il prof. Vittorio Cian avrebbe subito fatta la requisitoria: «Poiché non la mancanza del pane è deleteria, ma l'accorgersi di questa mancanza, e andar diffondendo la notizia facendo sí che anche gli altri se ne accorgano, e fatti accorti sentano fame, e sentendo arbitrariamente fame si agitino, gli imputati sono rei confessi. Chi approva e condanna alla fucilazione nella schiena alzi la man ». Tutti i presenti avrebbero alzato la mano e l'affare sarebbe stato finito.
      Invece... si permette di discutere; si permette di parlare; si permette di accusare. Si permette che il dubbio entri nell'animo dei lettori dei giornali. Si permette che il disagio si diffonda e si comunichi. Le madri balzeran nel sonno esterrefatte e tenderanno nude le braccia sul loro caro lattante onde nol desti il ronzio delle parole disfattiste.
      Poiché la parola è tutto, poiché la resistenza è una parola, e la guerra si fa con le parole, e i discorsi sono mitragliatrici, e i libri sono battaglie, non si permetta ai criminali socialisti di puntare le mitragliatrici alle spalle dei patrioti.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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