Il regime italiano non è parlamentare, ma, come è stato ben definito, regime dei pascià, con molte ipocrisie e molti discorsi democratici.
(28 luglio 1918).
IL MORBO SPAGNOLO
Febbre dei tre giorni, febbre da pappataci. Espressioni non popolari, che non hanno avuto fortuna. In Francia hanno trovato l'aggettivo appropriato: grippe (influenza) spagnola; e i giornali italiani hanno accettato l'aggettivo: «Si ha da Berlino che l'ambasciatore di Turchia, Hakki Pascià, è morto per la malattia spagnola».
I medici-giornalisti hanno dissertato: la malattia non è nuova negli annali della scienza e della esperienza umana. Ma i medici-giornalisti non hanno saputo dar ragione del perché il morbo sia diventato epidemico, e abbia, in breve tempo, infuriato in tutti i paesi europei. È sempre esistito, ma in quanto spazio di terreno, e in quante vittime? E perché, proprio in questi ultimi mesi, ha dilagato, intensificando la sua malignità, fino ad avere degli influssi sul processo degli avvenimenti storici, ritardando da una parte e facendo anticipare dall'altra offensive o controffensive?
Se la malattia è sempre esistita, sono cambiate le condizioni per la sua diffusione, sono cambiati gli uomini e la loro resistenza al male. La malattia è in dipendenza dalla guerra; perciò ha avuto fortuna l'aggettivo... spagnola.
L'aggettivo è un amuleto, è un esorcismo. L'aggettivo «neutrale» allontana dalla fantasia ogni preoccupazione paurosa, ogni dubbio disfattista.
Il morbo non fa vittime (Hakki Pascià ne è morto, ma egli era un turco, e inoltre abitava in Germania). Il morbo è piú che altro una seccatura.
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