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      I questurini, giudici inappellabili del buon costume! I questurini, che si introducono nelle case private e arrestano delle povere figliole operaie perché «hanno sentito dire» e le trattengono in carcere e le sottopongono ai loro lazzi e ai loro sberleffi. Le ragioni di morale sono in qualche caso i pettegolezzi delle comari, o piú spesso le mance delle tenitrici di postriboli che vogliono monopolizzare il commercio del piacere. Nessuna garanzia esiste per la libertà individuale, nessuna garanzia esiste perché, in un qualsiasi momento, un'operaia, che non ha accettato i complimenti di un agente, non possa essere privata della sua libertà per ragioni di morale. L'arbitrio solo sussiste: il dominio della legge non è neppure una frase fatta.
      295 arresti per ragioni di «pubblica sicurezza». Anche per essi nessuna responsabilità, nessuna giustificazione che non sia arbitraria, nessuna garanzia per i cittadini. Chiunque può essere considerato «pericoloso»: chiunque può essere trattenuto in arresto senza che un giudice abbia spiccato mandato. Le garanzie costituzionali non servono a nulla, neppure a tutelare il libero svolgimento degli affari. È noto l'episodio del ragioniere trattenuto in carcere dieci giorni per essersi recato alla sezione di polizia per denunciare una truffa patita. Gli episodi potrebbero moltiplicarsi: sono stati perpetrati dei sequestri di persona per impedire a dei commercianti di recarsi su una piazza a definire dei contratti e lasciare libero campo ai concorrenti.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742