Le vittime non hanno nessun mezzo di rivalsa, non hanno nessuna tutela nella legge, nelle istituzioni. Le istituzioni sono arretrate anche in confronto della società quale si è venuta sviluppando pigramente in Italia per lo stimolo della produzione capitalistica: la polizia è organizzata come sotto i Borboni a Napoli o Carlo Alberto in Piemonte, quando i cittadini si muovevano solo per congiurare: essa è una pastoia per la vita civile, determina una passività enorme nel bilancio sociale. La moralità, il costume, gli affari, il commercio sono in balia dell'arbitrio di irresponsabili arruolati senza discernimento, esposti a tutte le tentazioni delle mance e delle promesse di favori. 784 arresti in un sol mese, dei quali solo 231 sotto la responsabilità di un giudice: un terzo.
Due terzi l'incognita: arbitrii, soprusi, ricatti, mance con molte busse e molta fame. Il bilancio della passività democratica dello Stato italiano, costituzionale e parlamentare.
(6 settembre 1918).
LE CAUSE DELLA GUERRA
Il dott. Achille Loria, nella gerarchia sociale professore di economia politica all'università e nella gerarchia cavalleresca uffiziale dell'equestre militar ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e commendatore della Corona d'Italia, è, nella gerarchia dell'intelligenza, un qualche cosa che si potrebbe definire, in questi tempi di ferro, un motore a scoppio con lo scappamento sempre aperto. Egli è lo scopritore di tutte le scoperte, il teorico di tutte le teorie, il palombaro indefesso che dall'oceano pauroso di tutti gli umani misteri trae le scintillanti e preziose perle della conoscenza e della saggezza; il motore della sua sublime intelligenza scoppia con perenne e armonioso ritmo, e non fumo esala dallo scappamento, ma (oh miracolo!
| |
Italia Borboni Napoli Carlo Alberto Piemonte Stato Loria Lazzaro Corona Italia
|