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      Achille Loria ebbe il giubilo di scoprire a Siena, quando, ancora fresco delle sue pubblicazioni sul materialismo storico e prima che Federico Engels dimostrasse che egli aveva saccheggiato Carlo Marx, vi tenne la prolusione a un corso universitario e tutti lo acclamarono, eccettuato un mistico morto dopo qualche mese di sifilide. Cosa è dunque la storia, o signori? Un enigma se non si è studiato patologia. Cosa è dunque la guerra? Fenomeno mostruoso determinato dalla sifilide. Cosa è il mondo? Un ospedale di sciagurati abulici incoscienti cretini che freneticamente si interuccidono per la volontà di due sifilitici.
      Questa concezione della storia è per il prof. dott. uff. comm. Achille Loria in dipendenza del materialismo storico. La sintesi di trentadue linee pubblicata dalla «Difesa» si inizia infatti con questa affermazione: «Gli spiritualisti i quali pretendono a monopolio degli ideali sogliono gittare (!?) sul viso a noi, positivisti e materialisti della storia, questa tragica guerra, quasi rimprovero e solenne smentita delle nostre vedute dottrinali».
      Lo scappamento sempre aperto finisce col diventare una grave iattura pubblica.
      (17 settembre 1918).
     
     
      LA CHECCA
     
      La Checca cattolica sorride ineffabilmente soddisfatta: «La va benone! Uomini, voi abusate della vita: ponete come fine alla vita il piacere, non volete riconoscere autorità esterne alla vostra volontà individualmente capricciosa, che vi conduce all'abisso. Uomini, soffrite: non piú teatri, non piú cinematografi, non piú caffè concerto e caffè senza concerto; non piú vellicamenti ai sensi vostri: le orecchie non si diletteranno ai suoni, gli occhi non inseguiranno le immagini proterve tentanti di creare la bellezza con gli atteggiamenti plastici delle forme umane; la fantasia muore, deve morire, in tutte le sue forme di vita, ignobili e alte, oscene e rutilanti di creazione: essa è il male, è il piacere, è il peccato, è l'umanità in quanto si distingue essenzialmente dalle altre manifestazioni della vita biologica.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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