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      La tradizione istintiva di prima della guerra diventa autocoscienza dopo la vittoria: i maestri, gli educatori si pongono alla testa del movimento di riscossa contro la scuola pedantesca, la scuola in cui i professori fanno lezione e gli scolari assistono e studiano. Tutta Italia è una scuola: nelle piazze e nelle vie è la scuola, i testi classici sono i sassi, la saggezza è negli ululati e nei fuggi-fuggi. L'anima eroica delle giovani generazioni si rifiuta di costringersi nei vecchi schemi della disciplina e dell'ordine, cosí come il classico lazzarone si rifiuta di sacrificare la sua bella libertà, pidocchiosa ma assoluta, per costringersi nella disciplina del lavoro permanente e sistematico. Perché la tradizione immanente nella stirpe, la tradizione che trova nei maestri e negli educatori come Vittorio Cian e Arnaldo Monti la sua autocoscienza, è il classico lazzaronismo italiano.
      (18 dicembre 1918).
     
     
      IL GIORNALE-MERCE
     
      Il giornale borghese è il giornale-merce, quale lo determina la concorrenza commerciale tra i proprietari di aziende giornalistiche. È una pizzicheria, dove una schiera di solerti impiegati affetta, impacca, accumula: formaggi, mortadelle, gelatine, molta patata e poco latte, molto cavallo e poco manzo, molta colla e poco brodo. Non importa: importa solo che ci sia una bella vetrina, molte lampadine accecanti, molti nastri e sbrendoli varicolori. Gli uomini passano e si fermano, abbarbagliati, stupiti: che lusso, che buone cose appetitose, che ricchezza, e tutto per una vilissima moneta.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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