Ma il generale Chiarla non sarà collocato a riposo, sebbene non sia ferito di guerra e «non abbia avuto l'occasione» di meritarsi promozioni per meriti specialissimi!
I democratici protestano contro la misura presa contro il Grammantieri, protestano contro il militarismo che non si smentisce. I democratici fingono di non essere guariti dalle rosee illusioni; per essi il militarismo «potrebbe smentirsi», potrebbe snaturarsi e non essere piú militarismo pur continuando ad essere militarismo.
Anche la disciplina militare è una finzione giuridica, anche l'«apoliticismo» militare è una leggenda. L'esercito rappresenta, nel regime capitalista, l'aggressività potenziale della classe che domina lo Stato; non può concepirsi un esercito pacifista, come non può concepirsi un proletariato riformista. Il riformismo del proletariato, il pacifismo dell'esercito sono stati di marasma, di alienazione, sono stati transitori. Il proletariato si allena per la rivoluzione, l'esercito si allena per la guerra, la guerra che non può non essere concepita come tattica permanente degli Stati borghesi, come la lotta di classe è tattica permanente del proletariato. Cosí è, cosí deve essere; Grammantieri ha torto, ha ragione Chiarla, sebbene «legalmente» il torto e la ragione siano viceversa. Grammantieri sostiene la pace perpetua e la Società delle Nazioni, che il governo afferma voler conseguire; Grammanticri, servitore dello Stato, si mantiene nel solco verbale dell'attività dello Stato, ubbidisce alla disciplina ideale che lo Stato afferma di volere instaurare nel pubblico costume; Grammantieri non preme per un'azione politica che ponga in pericolo il bene patrimoniale e la vita dei cittadini, che contribuisca a fare iniziare un'intrapresa in cui la sicurezza dello Stato corra un qualsiasi rischio.
| |
Chiarla Grammantieri Stato Stati Grammantieri Chiarla Società Nazioni Grammanticri Stato Stato Stato Grammantieri Stato
|