La classe intellettuale italiana è stata sleale, è stata disonesta, negli individui singoli; socialmente è stata piú criminosa, perché ha imbarbarito il popolo, perché ha rincrudito nel popolo la tendenza allo scetticismo e alla diffidenza antisociale. L'omaggio che la zanzara cocchiera Luigi Grandolini rende esplicitamente al Partito socialista oggi e che gli «intellettuali» idealistici democratici implicitamente rendono, non ci lusinga né ci intenerisce: esso viene da gente squalificata moralmente, politicamente e intellettualmente, da individui convinti di slealtà e di truffa, da smidollati senza nobiltà, che per rigenerarsi non sono neppure capaci di un atto eroico di sacrifizio personale quale avrebbero il diritto di pretendere da loro i ciechi e i mutilati, gli orfani dei padri, che essi, con le loro promesse sleali, hanno infervorato nell'opera vanamente gladiatoria.
(23 gennaio 1919).
UN SOVIET LOCALE
La Fiat è diventata una colonia nord-americana, dove i probi pionieri wilsoniani, con tenacia e perseveranza, lavorano per creare il primo nucleo sociale italiano della Società delle Nazioni. Il capitalista Agnelli è convinto assertore della pace perpetua. Convinto e volenteroso. Una grande idea ha conquistato la sua coscienza. Può un uomo d'azione, un realizzatore, un creatore, un demiurgo della statura di Giovanni Agnelli, lasciare che le grandi idee ammuffiscano nelle soffitte della coscienza? La coscienza di Giovanni Agnelli è un granitico blocco senza interessi e screpolature: fede vi significa azione, concetto universale vi significa atto storico concreto.
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