Che tristezza, quanta melanconia si propaga fino a Torino insieme al profumo delle rose di Adalia.
(10 aprile 1919).
IL BORDELLO BOLSCEVICO
Il Fascio di combattimento di Torino commemora il 24 maggio con un «vibrato manifesto». Ecco le piś notevoli vibrazioni del manifesto del Fascio di combattimento di Torino: 1) Guerra, sangue, torture, martirio, gloria, Italia vittoriosa, strozzamento. 2) Plutocrazia, folle impresa, diminuire, mutilare, immortale Italia. 3) Orde teutoniche, valore nostri soldati, mercato di popoli. 4) Suolo di Francia, neutralitą italiana, vittoria Marna, agenti asburgici, Austria assassina. 5) Salvamento intesa e mondo, feudalismo militarista tedesco, ignobilmente tradita, indegnamente spogliata ed insultata. 6) Arnesi luridi del disfattismo, sconcio letamaio, carne da sciacalli, bordello bolscevico...
Fermiamoci. Il manifesto dice proprio che «l'Italia non č carne da bordello bolscevico» e vorremmo domandare ai fascisti, combattenti e vibranti nei manifesti, qualche lume in proposito. Il bordello bolscevico č la Russia dei Soviet come viene dipinta dalle agenzie degli emissari dei Cento neri: un immenso recinto, circondato da un cordone sanitario, abitato da centoventi milioni di uomini e donne, entro il quale ogni legge divina, umana, democratica, civile, giustinianea, napoleonica, zanardelliana, viene violata spudoratamente: si stupra, si ruba, si saccheggia, si incendia, si scuoia, si mangia la carne umana, si mozza la coda ai cani, si fa la barba ai gatti, si condisce l'insalata con succo di scarafaggi, si lubrificano gli alberi di cuccagna con grasso di impiccato; insomma una baraonda, un caos, una repubblica, un Soviet, un inferno, un pandemonio.
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