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      Ecco il bordello bolscevico, del quale mai e poi mai l'Italia sarà carne.
      Ma se l'Italia fosse già ciò che i fascisti non vorrebbero fosse? Se l'esistenza stessa dei fasci fosse un documento che l'Italia è già ciò che i fascisti non vorrebbero fosse?
      Le parole sono paglia: importano le cose. E cos'è questo scatenarsi di forze irresponsabili e incontrollate che si sovrappongono agli organi legittimi dello Stato? Indisciplina, disordine, caos sociale, «bordello bolscevico». Cosa sono questi fasci, queste associazioni, queste leghe di militari e borghesi, di ufficiali e soldati? Faziosità, sbriciolamento, decomposizione, «Soviet». Governo, parlamento, magistratura sono diventati nomi senza soggetto attivo, larve evanescenti in questo crepuscolo di sangue e di follia.
      Lo Stato si disfà, corroso da questi microbi impuri che nascono dalla putredine e determinano nuova e piú immonda putredine.
      La dittatura del proletariato, il nuovo Stato dei Consigli operai e contadini, è nell'ordine delle cose inevitabili appunto per l'esistenza del «bordello bolscevico». La società non può vivere senza Stato: lo Stato è la società stessa in quanto concreto atto di volontà superiore all'arbitrio individuale, alla fazione, al disordine, all'indisciplina individuale. Gli antibolscevichi «bolscevichi» moltiplicano gli arbitri, la faziosità, il disordine, l'indisciplina individuali; i bolscevichi anti «bolscevichi» si preparano a domarli imponendo loro con le cattive, col tribunale rivoluzionario, con la tessera per i viveri, col controllo degli operai e contadini, di lavorare di piú e di vibrare di meno.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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