Non esistono dunque portinaie nelle case dei proff. Cian e Romano, che siano capaci di misurare sulle teste di questi due mostricciattoli della vecchia stupidaggine nazionale, la lunghezza delle scope professionali?
(20 gennaio 1920).
GLI SPEZZATORI DI COMIZI
È nota agli operai, per dolorosa esperienza, la istituzione capitalistica degli «spezzatori di scioperi». Gli operai hanno scarsi mezzi di resistenza contro la potenza del capitale, ma anche con questi mezzi scarsi possono toccare abbastanza profondamente il profitto e costringere il capitale a venire a patti; il capitale ricorre agli spezzatori di sciopero, sostituisce i ferrovieri, i postelegrafonici, gli elettricisti, i panettieri, i gasisti; con elementi volontari, con la sua guardia bianca, tenta di non lasciare interrompere la produzione, di non scontentare completamente la clientela, di impedire che scadano e si corrompano le condizioni generali del suo profitto.
Oggi è nata un'istituzione «originale»: quella dello spezzatore di comizi. Migliaia e migliaia di operai si radunano a comizio nelle piazze. Gli operai hanno scarse possibilità di riunione. Hanno interesse a usufruire completamente di queste scarse possibilità. Il comizio è per la classe operaia il mezzo piú importante per acquistare una coscienza di classe; il capitalismo attraverso la produzione industriale cerca dividere la classe in tante categorie, in tanti gruppi, in tante comunità slegate e disperse: nelle manifestazioni di massa, nei comizi, la classe si ritrova tutta, il metallurgico accanto al muratore, il calzolaio accanto al falegname, il gommaio accanto al panettiere, e sente la sua unità nella vibrazione comune per uno stesso ideale, nell'accettazione comune di uno stesso programma, di uno stesso metodo di lotta.
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Romano
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