» l'articolo editoriale che il collegio di statisti della «Stampa» dedicherą al suo fausto scoprimento.
La Russia č l'anima russa. Non esiste la classe operaia russa, come classe operaia che abbia interessi e una psicologia diffusa in tutto il mondo, non esiste la classe operaia russa come parte integrante ed organica dell'Internazionale operaia. La classe operaia russa č parte organica e integrante di un blocco che si chiama: l'anima russa.
Ora si osservi: anche i cavalli russi partecipano dell'anima russa. Un operaio russo non si comprende e non si spiega con un operaio italiano, francese, inglese, americano, tedesco...; un operaio russo si spiega con un cavallo russo: l'operaio e il cavallo sono due aspetti di una stessa realtą, l'anima russa. La Rivoluzione russa, in quanto č espressione e sintesi dello svolgimento storico di questa realtą, l'anima russa, non č un quid che interessi l'Internazionale operaia, che interessi un proletario italiano, francese, inglese, tedesco...; essa interessa l'operaio russo, il cavallo russo, la renna russa, il cane russo, la formica russa, il topo russo, essa interessa la russitą, non l'Internazionale. Da questo punto di vista si comprende come abbia sempre avuto ragione la «Stampa» nello sconsigliare agli operai italiani di assumere la Rivoluzione russa come tipo di rivoluzione operaia internazionale, nello sconsigliare agli operai italiani di studiare la Rivoluzione russa nei suoi particolari di organizzazione tecnica e politica. Gli operai italiani non possono comprendere nulla della Rivoluzione russa, come operai, come non possono comprendere nulla i cavalli italiani, gli asini italiani, i cani italiani, i topi italiani, le formiche italiane, tutto il complesso italiano che si chiama «italianitą o anima italiana».
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