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      Ne è tanto convinto che in certi momenti giunge a distinguere in sé le due nature e le due realtà, quella umana e quella sopra-umana come facevano i santi padri per la persona del Cristo e i teologi protestanti per l'ostia consacrata.
      Il questore è un uomo e come tale può anche essere gentile, può scherzare, può fare un complimento, ma il questore è lo Stato italiano fatto persona e come tale tutte le belle cose di cui sopra non le può far piú, non può far altro che esprimere per la sua bocca la volontà e la legge dello Stato. E quando ciò avviene, voi non avete che da ascoltare e assoggettarvi: l'opinione del sig. Domenico Guida è l'opinione dello Stato liberale italiano.
      Ma il piú bello è questo, che se voi gli chiedete di esprimere in pubblico le vostre idee, se voi gli sottoponete, nel caso concreto, un manifesto da vistare, egli sottoporrà voi e le vostre idee e il vostro manifesto a un rigoroso confronto con se stesso, con le sue idee, col manifesto che egli, Domenico Guida, avrebbe scritto. Ciò che è difforme, è fuori della legge, è contro l'opinione dello Stato, poiché è fuori dell'opinione del questore nel quale lo Stato ha preso carne. Che l'Intesa voglia «schiacciare ed asservire» gli operai e i contadini russi, questo io non lo credo, dunque lo Stato non lo crede, dunque non lo si può dire in pubblico. Che il governo italiano abbia finora agito di pieno accordo con gli altri per «far morire di fame e di piombo» gli operai e i contadini comunisti della Russia, questo io credo che non sia vero, dunque lo Stato crede che non sia vero, dunque non lo si pubblica.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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