E Giovanni Brown, scalpellino, datosi a studiare i fossili delle pietre che picchiava, riuscì uno de' più grandi geologi.
Andrea Del Castagno, stando a guardia degli armenti nel Mugello, rifugiatosi un giorno, dal diluviar della pioggia, entro una cappelletta ove un imbianchino stava scombiccherando una Madonna, si sentì attratto ad imitarlo; cominciò col carbone a disegnare figure dappertutto e si acquistò fama tra i paesani; messo poi a studiare da Bernardino de' Medici, riuscì pittore insigne; e Vespasiano da Bisticci, libraio o cartolaio a Firenze, dovendo pel suo negozio maneggiare molti libri e aver da fare con uomini di lettere, divenne letterato egli stesso.
Ma la storia dei genî è più ricca di circostanze contrarie che di favorevoli, come in Boileau, Lesage, Cartesio, Racine, La Fontaine, Goldoni, costretti a soffocare la musa sotto la toga pesante di Temi o, peggio, sotto la stola del prete. Metastasio fu sarto, Socrate scalpellino.
I parenti di Poisson volevano farne un chirurgo, quelli di Bochax un prete, quelli di Lalande e di Lacordaire degli avvocati. Vauclin era un contadino, Herschell un suonatore ambulante. Per Cellini tutto era disposto perchè divenisse suonatore di flauto e non scultore. E Michelangelo, secondo i parenti, doveva divenire un sapiente, un classico, mai, come diceva il padre, uno scarabocchiatore d'immagini; e quando un grande scultore vide le inclinazioni e i primi tentativi del giovane, ed esortò il padre a metterlo nel suo studio, questi per acconsentirvi si fece pagare da lui una somma che aumentava di anno in anno.
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