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      Berlioz (Memorie) era figlio d'un medico geniale che aveva fatti lavori molto importanti sull'agopuntura e, sperando di avere in lui un successore, l'aveva educato a questo scopo e l'aveva indotto a sorpassare le prime ripugnanze della sala anatomica, dove gli aveva aperte le più care amicizie coi cultori di questa scienza (Gall, Amussat, ecc.); a diciasette anni, non appena sentì le Danaidi di Salieri, abbandonò tutto, per divenire maestro compositore.
      Galileo ebbe una lunga serie di antenati filosofi, magistrati, pensatori, che rimontano fino al 1538(7). Anche il padre Vincenzo, oltre l'attitudine alla musica, in cui era originalissimo, ebbe attitudini alla geometria e alla mercatura, ed il figlio Benedetto, fratello di Galileo, era pure rinomatissimo nella musica, la quale, con occhio naturalistico, era stata insegnata ai due figliuoli; ma evidentemente questa eredità non ebbe una influenza diretta, e poca, anzi nulla, vi ebbe l'educazione, che in quei tempi portava alla retorica ed al classicismo, così che - attesta il Nelli - "in quei tempi in Toscana solo i padri Scolopi tenevano scuola di geometria e di matematica, non apprezzandovisi allora che gii Umanisti; e nemmeno gli giovarono gli studi medici, allora tutto affatto teorici e senza alcun rapporto con l'esperimentazione".
      Budda, Cristo e Comte ebbero un ambiente sì sfavorevole, che le loro dottrine si propagarono solo fuori del loro paese d'origine.
      È vecchia l'osservazione:
     
      A cui natura non lo volle dire,
      Nol dirian mille Ateni e mille Rome.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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