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      CAPITOLO VI.
     
      Influenza dell'amore.
     
      A molti la prima spinta, la prima emozione creatrice fu data dalla bellezza femminile e dall'amore.
      Petrarca a 14 anni fu tratto alla poesia e alla genialità dall'aver veduta per la prima volta Laura il 6 aprile 1327. "Non taccio - che io di quel poco che io sono, tale io sono per quella donna; e che se ho pur qualche fama o gloria, a ciò non sarei mai pervenuto se la sementa tenue di virtù che natura aveva posto nell'animo mio essa non avesse coltivata con sì nobili affetti".
      La bellezza femminile e l'amore, secondo Finzi, trasformava Leopardi da arido erudito in poderoso poeta (Letteratura).
      Nencioni racconta che i primi versi a vent'anni gli furono ispirati dalla visione di una donzella bellissima.
      Or ora il De Amicis raccontava di uno dei primi poeti vernacoli piemontesi che a ventidue anni non aveva scritto ancora una riga e che, dopo aver sospirato a lungo dietro un'altissima dama, si trovò con lei in ferrovia e n'ebbe, in un momento in cui s'eran spenti i lumi, una pressione dolcissima della mano che gli rivelava esser egli compreso e corrisposto. A poche ore di distanza da quell'avvenimento egli dettava il più bello dei suoi poemi: Il sogno di un pastore, e dopo d'allora divenne valente poeta.
      Anche Dante confessa esser stato l'incontro di Beatrice nella prima giovinezza che lo creava poeta.
      E Burns, pastore inspirato già dai canti popolari della madre, scrisse a 15 anni la sua prima poesia per l'amore di una fanciulla.
      In altri invece l'emozione religiosa fa le funzioni dell'erotica, come in Lacordaire che si sentì genio dopo la prima comunione, come in Rapisardi che racconta come a 13 anni un'ode a Sant'Agata aprì la cataratta dei suoi versi.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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