E così accade delle creazioni geniali tardive.
Josephe Jacquart, nato a Lione nel 1752, figlio d'un operaio in istoffe, fu occupato nel mestiere del padre; ma, avendo salute debole e poco gusto per questo lavoro, fu collocato presso un rilegatore da libri: dopo la rivoluzione Jacquart si rimise in rapporto coi tessitori: osservò e compatì le orribili fatiche di questi infelici, e ciò gli suggerì l'idea di semplificarne gli strumenti; nè ebbe più pace finche non ebbe trovato e fatto funzionare il suo nuovo apparecchio meccanico.
Claude Chappe nel 1763 era stato collocato nel seminario di Angers, mentre due suoi fratelli studiavano in un collegio lontano mezza lega; dolente della distanza che lo separava da essi, egli immaginò di mettere un regolo di legno sopra un perno e alle due estremità di questo regolo ne mise due altri più piccoli: dal loro movimento ottenne 192 figure diverse che rappresentavano lettere o sillabe distintamente visibili al cannocchiale: avvertiti i suoi fratelli, potè comunicare con loro. Così fu inventato il telegrafo.
Samuel Morse coltivò dapprima la pittura e venne in Europa per acuire questo suo talento. Ritornando negli Stati Uniti, mentre faceva la traversata sentì un viaggiatore che parlava delle esperienze di Ampère per la trasmissione del pensiero col mezzo dell'elettricità; ne fu così colpito che volle studiare questo problema: fece molte esperienze che lo indussero poi a costrurre il noto suo apparecchio.
Caxton, nato da genitori poverissimi, da fanciullo, senza istruzione, fu messo a lavorare da un merciaio che divenne poi il lord major di Londra: acquistatane perciò una grande fiducia, fu mandato in Olanda a rappresentare la Compagnia dei merciai, e, sentendovi parlare dell'invenzione di Guttemberg, potè fare un'analoga scoperta.
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