Daudet creò in sogno questi versi:
A Julie.
Ainsi ne faut-il quand oyrrez l'heur' suprêmeVous despiter ni pleurer, ni crier;
Mais ramenant vos pensées en un même,
Ne faire qu'un de tout ce qui vous aimeRegarder ce: joindre mains et prier.
(Notes sur la vie, 1890).
Charles Richet una volta pubblicò un suo sogno un po' modificato sotto forma di racconto per fanciulli; Muratori in sogno improvvisa un pentametro latino; Klopstock confessa d'avere avuto un grande aiuto dai sogni nella composizione del suo Prometeo. Cardano diceva poter provocare l'estasi a volontà; ma solo però nel letto o poco prima o poco dopo del sonno. Una volta, per esempio, essendo colto verso il mattino in letto dall'estasi, ed egli destato e postosi eretto, l'estasi sparve; tornato a giacere, riapparve; e si fu allora che egli si credè di precisarne la sensazione, e la disse un lieve spiro che non proprio nel cuore, ma più sotto gli palpitava, ecc. Anzi, sembra che alcuni sogni eccitanti gli lasciassero una specie di estasi. In sogno, egli dichiarava d'aver ideato e composto molte sue opere, per esempio quella sì luminosa: De varietate rerum, e quella: De subtilitate. "Un dì, nel 1557 - narra egli nei Somniis Sinesiis, capo IV -, parvemi udire delle armonie più soavi; destatomi tosto, mi trovai in capo risolto un mio problema sulle febbri (perchè ad alcuni letali, ad altri no), a cui invano avevo pensato per 25 anni". Holde compone, sognando, La Phantasie, che riflette nell'armonia la sua origine, e Nodier creò Lidia e, insieme, tutta una teoria sulla sorte futura del sogno.
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