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      Condillac nel sogno perfezionò una lezione interrotta la sera. Krüger, Corda e il Maignan risolvettero nel sogno problemi e teoremi matematici. Stevenson nel Chapter on Dreams confessa che le sue novelle più originali furono composte in sogno. Tartini ebbe nel sogno una delle sue più portentose ispirazioni musicali: "Era - racconta egli - d'aprile, e dalla finestra semi-chiusa della cella entra un acre venticello; d'un tratto le sue palpebre si abbassano, si chiudono, gli par di scorgere un'ombra che gli si drizza davanti. È Belzebù in persona; fra le mani tiene un magico violino, e la suonata comincia: è un adagio divino, tristamente dolce, è un lamento e un succedersi vertiginoso di note rapide, intense". Il Tartini si scuote, si leva, afferra il suo violino e riproduce sul magico strumento quanto in sogno aveva udito suonare. La suonata ebbe il nome di Suonata del diavolo, uno dei migliori suoi capolavori.
      Anche Giovanni Duprè nel sogno concepisce il bellissimo gruppo della Pietà. In una giornata estiva, calda e afosa, il Duprè stava sdraiato sul divano e pensava, preoccupato della posa che avrebbe potuto dare a Cristo; si addormenta, e nel sonno vede l'intero gruppo, ormai compiuto, col Cristo, in quella stessa posa ch'egli anelava, ma che la mente sua non era riescita a fissare completamente.
      La Beecher-Stowe confessava che il suo celebre romanzo: La capanna dello Zio Tom, lo copiò tutto da visioni suggestive; nemmeno i particolari fece di suo capo; non avrebbe, per esempio, voluto far morire la bimba Eva, ma pure, con sommo suo dolore, dovette raccontarne la morte, dopo di che rimase quindici giorni senza scrivere.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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