Il lavoro mentale, osserva giustamente Saint-Paul(41), è compiuto in gran parte dal cervello senza che noi ne abbiamo coscienza; siamo come il filo elettrico che trasmette il segno, ma che non avverte cosa questo segno significhi, nè cosa dirà combinato con altri segni. Noi trasmettiamo una sensazione al cervello, e questa sensazione viene elaborata, trasformata in pensiero.
L'uomo, insomma, è una specie di medium del cervello; e a quei che domandano perchè - se un'opera d'arte è il frutto d'un pensiero meccanico quasi istintivo - tutti non producano opere d'arte, si potrebbe ben rispondere che non tutte le persone potrebbero essere medium.
Che il genio crei inconscio, sotto l'impulso di un istinto, fu notato da molti genî stessi. Wagner scrive: "Nell'artista lo stimolo al creare è affatto incosciente e istintivo, e perfin quando egli ha bisogno di riflettere per dare forma d'arte all'immagine che ha intuito, non è propriamente la riflessione che lo indurrà alla scelta definitiva dei suoi mezzi d'espressione, ma sempre più un impulso istintivo" (Musica dell'avvenire).
Il grande scultore Leonardo Bistolfi spiegava alla mia Paola(42): "Quando creo, non so mai bene cosa voglio fare: prendo della terra e lascio che le mie mani tastino, facciano, per ore, per dei giorni interi; non riesco a nulla; ad un certo momento basta che io sposti l'argilla per capire che cosa debbo fare e a un tratto vi trovo dentro quello che cercavo confusamente"; ed egli mi raccontava poi come, avendo dovuto fare un monumento sepolcrale, andò a vedere il posto in cui il monumento doveva sorgere, nel cimitero di un villaggio, e sentì una certa impressione particolare.
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