.. e se ne va".
E Coquelin, il grande attore francese: "Ho notato questo: leggo un dramma dove io ho una parte; allora vedo venire il personaggio vestito, vivo, coi suoi gesti, i suoi tic, il colore del suo vestito. È una rievocazione, una visione immediata. Comincio a studiare la parte; per tutta la durata di entrata nel cervello, di immagazzinamento nella testa (periodo della parte imparata a memoria), la visione sparisce. Io son pieno di inquietudini, di turbamento; passano dei giorni, il lavoro di gestazione si compie in me. La mattina, ad un tratto, la visione mi ripassa, il personaggio è tornato; lo porto a teatro e mi fa manovrare come vuole".
Henaut confessavagli: "Io ho spiccatissima la cerebrazione incosciente: essa procede in me esattamente come qualcuno che cerca risolvere un problema algebrico e che, una volta trovata la equazione, la scrive sulla lavagna. Per questo, mentre scrivo, i miei pensieri prendono un'espressione precisa e spesso definitiva; non faccio quasi mai una seconda copia: quando la bisogna non corre, strappo la pagina incominciata e la ricomincio".
Un altro poeta celebre: "Io ho scritto molti versi, commedie, ecc., ma mi è impossibile di creare immediatamente su un tema dato, anche molto chiaro, qualche cosa. Il concetto generale, che è venuto alla mia mente sotto forma di parola, di un titolo, deve restarvi per un tempo più o meno lungo; un periodo di cristallizzazione cerebrale, di incubazione latente, assolutamente latente nel senso che io non lavoro il mio soggetto, non vi penso più e non mi ritorna in mente che come un dato indeciso, mi è indispensabile.
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Coquelin
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