Gli stati organici partecipano come stimoli alle creazioni che hanno bisogno di eccitamenti speciali, che ora sono il vino, ora sono le emozioni erotiche, ora, come vedremo in Helmoltz, è una irritazione prodotta dalla meningite, dall'idrocefalo. La natura organica dell'estro, i fenomeni fisiologici, le emotività che l'accompagnano provano che grande vi è la partecipazione della vita inferiore, ossia dell'inconscio.
L'incosciente domina dunque sovrano nell'opera del genio assai più che in quella dell'uomo medio e con frutti assai più grandiosi, naturalmente perchè esso vi dispone di gruppi cellulari corticali assai più attivi e più numerosi che negli altri uomini.
E forse la soluzione del quesito che si pose innanzi con tanta genialità Fogazzaro (Dolore nell'arte), perchè i fenomeni dolorosi siano tanto più fecondi di ispirazioni artistiche in confronto dei lieti, sta nel fatto che quelli (eccettuando però gli erotici) si addentrano più assai nell'incosciente, mentre i gioiosi si sfogano in riflessi rumorosi, ma superficiali, col grido, col canto, coll'orgia.
Intanto il predominio immenso dell'incosciente nell'opera del genio conferma l'ipotesi dell'identità di questo con l'epilessia psichica, che si può dire tutta una serie di attività psichiche incoscienti.
CAPITOLO XII.
Dell'idea fissa nel genio.
1. Genio ed idea fissa. - La grandissima parte che prende l'incosciente nel genio e quella enorme che ha un dato momento della pubertà o della vita nel far fermentare un'idea, servono, certo, a fissare, come da un pernio, tutti i movimenti di una cerebrazione, già più possente che non negli altri uomini, intorno a un gruppo di fatti, così da farne saltar fuori nuove e poderose scintille.
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