Un accidente fisico favorevole non può giungerci inaspettato. Il procedere del nostro pensiero è governato dalla legge dell'associazione. Se è scarso il patrimonio dell'esperienza, questa legge non ha altro effetto che la riproduzione meccanica di determinate esperienze sensibili. Ma se la vita psichica soggiace all'azione costante di una copiosa esperienza, ogni elemento rappresentativo si connette con tanti altri, che in realtà il procedere del pensiero vien determinato od almeno influenzato da circostanze minime, talora inavvertite, che per un caso acquistano importanza decisiva. In tal caso, quello che noi chiamiamo fantasia, diviene capace di produrre la sua infinita varietà di immagini. Ma che cosa possiamo noi fare per facilitare l'opera nella fantasia, non avendo in nostro potere la legge della combinazione delle immagini? Domandiamo piuttosto: quale è l'effetto che una forte idea continuamente ricorrente può produrre sopra tutte le altre?
Dopo quanto si è detto, la risposta è implicita nella domanda. L'idea domina il pensiero dell'investigatore, ma non ne è dominata.
Tentiamo ora di penetrare un po' più addentro nel procedimento della scoperta. La condizione dello scopritore, come bene osserva W. James, non è dissimile da quella di chi si sforza di ricordare qualche cosa che ha dimenticato. Entrambi hanno come la sensazione di una lacuna, ma hanno già un'idea determinata di ciò che dovrebbe riempirla. Io, per esempio, mi trovo in compagnia di un signore, con cui sono in ottime relazioni, ma di cui ho dimenticato il nome; egli mi mette nell'imbarazzo, pregandomi di presentarlo a qualcuno.
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James
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