Una, R..., già nevrotica ed eccessivamente riguardosa della nettezza, esce una mattina e trova sulla via una massa di escrementi, dai quali è lievemente lordata; da quel dì si crede in continuo pericolo di essere insudiciata, e non vuol più escire sulle vie.
Qui si conferma che un carattere di queste fobìe è la reminiscenza delle circostanze che le provocarono. Senonchè se l'emozione, base all'ossessione, si può spesse volte spiegare e porre in rapporto con essa: non si spiega il perpetuarsi di questa ultima dopo svanita la causa.
L'ossessione è spesso una forma aggravata, e direi troppo ragionata, della fobìa; questa diventa ossessione quando, in luogo di manifestarsi con angoscia e ad intermittenza, preoccupa più o meno sempre l'ammalato; essa ne perdette il tipo emotivo ed assunse l'intellettuale, ma perpetuandosi.
Così uno fantastica d'aver stuprata la sorella e incendiata la casa: il punto di partenza era l'aver letto che l'onanismo, di cui era realmente affetto, predispone all'immoralità.
Uno aveva ribrezzo dell'insalata; perchè un dì aveva visto bruciare una nave carica di petrolio, aveva cominciato per avere ribrezzo del petrolio, poi dell'olio, poi di tutti i cibi in cui fosse olio e quindi... dell'insalata.
Un prete, per esempio, assiste alla morte di un bimbo idrofobo; da ciò il timore, tanto più che ha scorticature in un dito, d'essere egli pure idrofobo: passato il tempo dell'incubazione, teme di essere pazzo... per aver fissato su questo.
Una ragazza ha l'ossessione di non poter tenere l'orina; e gli è che una sera a teatro aveva sentito svegliarsi, alla vista d'un giovane, desideri erotici e voglia intensa di orinare; e d'allora temeva che tale caso si rinnovasse con sua onta.
| |
|