3. Analogia dell'idea fissa con l'epilessia. - Questi fenomeni dell'idea fissa e dell'ossessione, che abbiamo a bella posta voluto esporre per voce d'altri, mostrano una grande analogia con quelli dell'epilessia, con cui tanto più crediamo che si possano raggruppare, perchè è appunto nell'epilessia e nella sua sorella, l'isterìa, che si hanno ora l'ingrandimento, ora il rimpicciolimento dei fenomeni psichici morbosi, che vanno dai fenomeni più complessi e più gravi - epilessia psichica, grande isterìa, ecc. - ai più miti ed elementari - distrazione, amnesìa (Vedi cap. XIII) -, a stati quasi normali, e ciò tanto più, inquantochè, anche in queste forme delle idee fisse, abbiamo potuto cogliere l'alternarsi del grande e del piccolo morbo (Vedi sopra).
Noi sappiamo, per esempio, che Westphal(51) distingueva le idee coatte, teoriche - non seguite da azione - dalle idee impulsive.
Tamburini e Buccola distinguevano le idee fisse semplici - le idee coatte propriamente dette,in cui l'anomalìa dell'ideazione si limita solo nel campo intellettuale senza passare all'azione (follìa del calcolo, per esempio, primo stadio della follìa del dubbio) - dalle idee fisse, accompagnate dallo stato angoscioso, emotivo, che spesso fa passaggio alle azioni coatte, al delirio del tatto, alla misofobìa, il secondo stadio della follìa del dubbio; vengono finalmente le idee impulsive, omicide, suicide, nelle quali l'idea si fonde con l'atto impulsivo, riescendo pericolosissima.
Nel primo caso tutto il processo morboso si circoscrive nell'intimo della coscienza, o, al più, nelle confessioni verbali o scritte; appena si accenna ad uno stato emotivo, a un senso di pena e angoscia nel non poter superarsi, ecc.
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Analogia Vedi Vedi Westphal Buccola
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