Nella terza categoria l'idea coatta si compenetra e fonde coll'atto impulsivo, pel bisogno di compiere un dato atto senza alcun movente razionale o delirante, contro i dettami della propria ragione, della propria volontà, che ripugna anzi dall'idea stessa, ma pur non può sottrarvisi, nè se ne libera che con la perpetrazione dell'atto; dopo di che ha un'immensa soddisfazione.
Anche qui si ha un'idea dominante e tirannica, che assorbe il campo mentale e l'attenzione in ispecie; sì che arresta il corso dei processi associativi, ne permette solo l'esercizio nell'orbita ristretta che le appartiene; anche qui un eccitamento psichico circoscritto, rappresentato dall'idea impulsiva, è indizio di squilibrio e indebolimento cerebrale, perchè nel cervello sano le impulsioni sono inibite dalle idee antagoniste.
L'attitudine alle azioni volontarie, che andò sempre con l'evoluzione salendo di grado dall'automatismo alla volontà più complessa, qui ridiscende all'automatismo; e si ha una dissoluzione, una demenza (come la chiama Ribot) della volontà; ed ecco nuove analogie con molte forme d'epilessia.
Ciò tanto più ci par giusto, in quanto che, come nell'epilessia, vi si associano sempre - e ne sono anzi la base - molti caratteri degenerativi (Vedi sopra).
E poi, in tutti questi casi, si ha da un lato uno sviluppo anormalmente intenso del processo di ideazione; e dall'altro una debilitazione, una dissoluzione dell'attività volontaria come nell'epilessia, che Roncoroni dimostrò consistere in una iperattività dei centri inferiori con depressione dei superiori, inibitori.
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Ribot Vedi Roncoroni
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