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      Nessun altro poeta canterebbe cose più belle di me! Ma non vale la pena - continua - di comperare la bacca di alloro a prezzo della propria salute mentale". Orazio pensa con rimpianto ironico ai bei canti che avrebbe dettato se fosse stato meno equilibrato di mente, e si consola osservando che al postutto, se non potrà essere grande poeta, sarà critico d'arte, e farà come la cote, che, inetta a tagliare, ne rende capace il ferro (Epist., 2, 3).
      Qualunque sia la fonte da cui Orazio attinse quest'opinione di Democrito sulla relazione tra l'ideazione geniale e la follìa, ad ogni modo questa affermazione di Orazio, combinata con quella di Cicerone, ha un grande valore. Democrito sta all'incirca all'epicureismo nella stessa relazione in cui Eraclito sta rispetto allo stoicismo; è generalmente classificato tra i pensatori presocratici; sarebbe, infatti, vissuto tra il 460 e il 370, all'incirca, prima di Cristo. Probabilmente il Fedro fu scritto quando Democrito ancora era vivo, forse negli ultimi anni della sua vita, verso il 379 avanti Cristo, secondo almeno l'opinione del Lutoslawski(108), fra tutte la più accettabile: A. Bersano(109) ammette tra i due pensatori anche una relazione più diretta, oltre a quella indiretta creata dalle opinioni popolari e dallo spirito del tempo.
     
      Ebrei. - Un'opinione analoga sul genio dominava negli antichi Ebrei. Nel Minnaghoth del Talmud si legge: "Dice il rabbino - a proposito di Aleazaro -: è un genio, venite a vederlo; esso è genio anche perchè i suoi antenati lo erano pur essi.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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