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      Hanno gli occhi proporzionati, e pių tosto nella fronte entranti, che sporti in fuori. Che se questi dalle giuste loro misure declinano un pocolino, ciō č, non alla grandezza, ma alla picciolezza. Le linee, che lor rigano la fronte, e le mani, sono profonde: e le vene hanno essi ampie, e gonfie, e il polso veemente, e alquanto duro, il corpo per lo pių magro ed asciutto, e il sonno nč molto abbondante, nč molto grave, ma scarso e leggiero. Il loro temperamento poi č pessimo, tanto che paiono pių tosto pazzi che forti, ma nei loro sentimenti sono costanti e tenaci".
      Sul momento della creazione artistica nota il Quadrio: "Talvolta i grandi e magnifici poeti si sentono dispostissimi a far loro versi, e loro componimenti, e maravigliosi oltre modo, e ragguardevoli gli compongono; e tal'altra volta siano in maniera mal atti, e mal pronti, che, non che cosa di molta stima, ma un picciolo epigramma, o un picciol sonetto non dice lor l'animo di comporre, che buono sia". Le quali considerazioni, osserva il Marpillero, coincidono con quelle del Leopardi che, per mezzo dell'introspezione, aveva osservato e sorpreso il momento in cui avveniva la creazione artistica: "Nello scrivere non ho mai seguito che una ispirazione o frenesėa, sopraggiungendo la quale, in due minuti io formava il disegno e la distribuzione di tutto il componimento. Questo č il mio metodo, e se l'ispirazione non mi nasce da sč, pių facilmente escirebbe acqua da un tronco, che un solo verso dal mio cervello".
      Ma che cosa č l'entusiasmo, l'estro poetico?


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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