Negli Egizi era il Ficus religiosus, il cui succo fermentato rendeva l'anima immortale.
4. Altri ricorsero all'ipnosi, all'estasi, agli effluvi di gas tossici.
Gli oracoli di Delfo, di Delo, di Abe, di Tegiro, ecc., in Grecia erano in mano ai sacerdoti, che facevano profetare una, due e perfin tre isteriche, dopo che le avevano intossicate ai fumi del lauro ed alle emanazioni di altri gas. La Pizia essenzialmente si preparava con abluzioni, fumigazioni di lauro e d'orzo abbruciati, sedeva su un tripode che poggiava con un bacino sopra un crepaccio, da cui esalavano gas tossici - secondo mi scrive Giacosa, idrocarburi ed idrosulfuri - che avvolgevano tutta la parte inferiore della persona (Strab., IX, 419), fin che cadeva in estasi, o trance, che talvolta finiva con la morte; molte volte parlava in versi, o delirava in verbigerazioni scucite, alle quali i sacerdoti davano un senso appropriato e anche una forma ritmica, aggregandosi perciò speciali poeti(147).
Negli anfratti di una rupe di Delfo - scrive Giustino - era un piccolo piano ed in esso un foro, o crepaccio della terra, da cui emanava un frigido spirito che si spingeva con forza, come per vento, in alto e la mente dei poeti mutava in pazzia (mentes vatum in vecordiam vertit, XXIV, 6; Id. Cicero De Divin., 1, 3): dapprincipio era ignota questa virtù: i pastori vi conducevano gli armenti: ma un giorno una capra cadde nel crepaccio e fu presa subito da convulsioni: certo, il pregiudizio che metteva in rapporto, anche nel djedjeb, la convulsione con l'ispirazione divina, per cui erano sacri gli epilettici, fece nascere l'idea di servirsi di questi vapori tossici per provocare il profetismo.
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