Una piccola incavatura nel suolo, nella quale si accende il fuoco, fu il primitivo focolare. La carne dell'animale ucciso, rimessa con acqua nella propria pelle, venne cotta mediante pietre arroventate; poi a questa cottura nella pietra si sostituiva quella in vasi di legno. Alle zucche vuotate del midollo si diede una spalmatura di argilla, perchè reggano il fuoco. Così per caso si formava la pentola di terra cotta, che rende inutile la zucca, e tuttavia continua a servire di involucro a questa, oppure venne formata intorno ad un canestro, prima che l'arte dello stovigliaio divenisse un'arte indipendente.
Adunque, posto pure che anche le più importanti invenzioni siano state suggerite all'uomo dal caso, quasi senza che egli se ne accorgesse, non è men vero che il caso da solo non può produrre alcuna invenzione. In nessun caso l'uomo è rimasto affatto passivo. Anche il primo pentolaio nelle foreste dell'età preistorica dovette sentire in sè una scintilla geniale: egli dovette osservare il nuovo fenomeno, scoprirne e riconoscerne il lato vantaggioso per lui e trovare il mezzo per valersene al suo fine: egli dovette farsi di questa novità un'idea precisa ed autonoma; e poi collegarla e quasi intesserla ai residui del suo pensiero. In breve: egli doveva possedere l'attitudine allo esperimento.
Ma la mente umana non arriva a conoscere nuove serie di fatti, per lungo tempo ignorati, se non grazie a circostanze casuali, per le quali appunto i fatti, fino allora inavvertiti, divengono suscettibili di osservazioni.
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